Carving fruit, l’arte dell’intaglio di frutta ed ortaggi anche in costiera

Molte volte mi capita, quando apro Facebook, di vedere e condividere piccole opere d’arte e, ad ogni condivisione, mi riprometto di soffermarmici un attimo, almeno per togliermi qualche curiosità in merito. Mi riferisco all’arte dell’intaglio thailandese di frutta ed ortaggi, e le foto in questione sono delle “opere” realizzare dall’amico Emanuele, appassionato dell’arte dell’intaglio thailandese e cuoco all’hotel Bussola di Amalfi.
Ma partiamo dalle definizioni, cos’è il “Carving fruit” o “intaglio thailandese”? L’arte dell’intaglio thailandese è l’arte, lontanissima nel tempo, dello scolpire vegetali, frutta o ortaggi, con un piccolo coltello “thailandese” (da cui effettivamente prende il nome di “intaglio thailandese”.

In molti casi, l’intaglio è realizzato con piccoli scavini, sebbene tali strumenti non siano annoverati nella tecnica “classica” (Emanuele, ad esempio come leggerai dopo, ha precisato che lui utilizza una tecnica mista), che consentono di definire meglio alcune parti della “scultura”.

L’origine di questa arte è lontana nel tempo, cercando sulla nostra bibbia, Wikipedia leggiamo:

Le origini della scultura vegetale sono controverse: molti pensano che l’arte abbia avuto inizio a Sukothai, Thailandia 700 anni fa, mentre secondo alcuni, le radici affondano durante la Dinastia Tang (AD 618-906 ) e la dinastia Sung (AD 960-1279) in Cina.

Anche il Giappone ha diversi legami, tanto che l’arte dell’intaglio di frutta e verdura, viene chiamato Mukimono in giapponese. Secondo il libro “Contorni giapponese, l’antica arte del Mukimono”, di Yukiko e Bob Haydok, cominciò nei tempi antichi quando il cibo veniva servito su ceramica terracotta non smaltata. Questi piatti grezzi erano coperti da foglie e gli chef si resero conto che il taglio o la piegatura della foglia poteva essere fatta in modi diversi tanto da creare una presentazione più attraente. Il Mukimono non divenne popolare fino al XVI secolo, il periodo Edo, quando ottenne un riconoscimento ufficiale. Da quel momento l’arte si è sviluppata tanto da diventare una parte importante nella formazione di ogni chef giapponese.

Oggi l’intaglio è conosciuto e praticato in tutto il mondo.

Venerdì scorso, quindi, facendo l’ennesimo “mi piace” su una delle foto condivide da Emanuele, mi sono deciso a chiedergli qualche cosa in merito e, vista l’ampia disponibilità (grazie!), ne ho fatto un piccolo botta e risposta.

Come e quando è nata questa passione? E da chi hai imparato l’arte di “scolpire” frutta e ortaggi?

La passione per il “carving” è nata circa tre anni fa, vedendo dei miei colleghi di lavoro intagliare dei limoni. Da quell’istante ho iniziato a a scolpire qualsiasi tipo di frutta o verdura… sbagliando tante volte prima di diventare esperto in questo.

Partiamo dal tuo “quotidiano”: lavori nel campo della ristorazione? L’intaglio fa parte della tua “attività” oppure, è una passione che coltivi nel tempo libero? La utilizzi per abbellire le sale che ospitano qualche evento?
Si lavoro nel campo della ristorazione ad Amalfi come cuoco all’hotel “La Bussola”; il “carving” è diventata la mia passione lavorativa, che ogni anno occupa parte delle mie giornate lavorative per “decorare in modo alternativo” i banchetti che facciamo in hotel e, spesso, anche per catering per feste private.

Un tuffo nel passato, il primo “intaglio”? E l’intaglio più bello?
Il mio primo intaglio è stato realizzato su una zucca lunga, l’intaglio più bello è stato realizzato per il diciottesimo anno di mia cugina ed è stato realizzato su un’anguria di venti chilogrammi e rappresenta un cigno bianco con una serie di rose tutte intorno (è nelle foto che abbiamo inserito più in basso).

Inizi un intaglio, dove trovi l’ispirazione per la tua “opera”? E quanto tempo occorre realizzare una delle tue decorazioni?
Bhe prima di iniziare un intaglio è necessario, innanzitutto, capire per cosa serve e “progettare”, quindi, ciò che si vuol rappresentare… Sulla rete, peraltro, ci sono diversi spunti o è possibile trovare diversi manuali sul carving…. I tempi di realizzazione dipendono dalla grandezza del frutto o ortaggio da intagliare, oltre che dal grado di difficoltà da realizzare, di solito per un’anguria si impiegano dalle tre ore in su, il massimo di tempo che ho impiegato è stato di sette ore; ci vuole molta pazienza, è!

Una curiosità, come riesci a conservare, per quanto possibile, le tue piccole opere? 

La conservazione delle opere, per quanto possibile, è limitata nel tempo ma, comunque, almeno per qualche giorno è possibile. Vi lascio un piccolo segreto: io utilizzo un panno bianco, pulito e bagnato, col quale avvolgo delicatamente la scultura; dopodiché ricopro il tutto con la pellicola e metto in frigo. Con questo sistema, ad esempio, riesco a conservare una scultura realizzata con un’anguria. Ovviamente, giorno per giorno, occorre controllare che il panno sia bagnato, in modo da non far asciugare la “scultura”.


Guardando un po’ le foto che alleghiamo a questo post: i
ntagli che cesellano angurie, zucche, melenzane e frutta… Ci ha colpito la “melanzana pinguino”: l’intaglio che ancora devi fare ma già, ti entusiasma?
L’intaglio che vorrei realizzare è su una papaia, sarebbe bello vedere che risultati posso ottenere.


A proposito degli attrezzi del mestiere: quali sono i fondamentali per il carving?
Personalmente uso solo un coltellino, tipo thailandese, per la verità molto costoso ma ne vale la pena in termini di risultato; oi ci sono anche una serie di scavini per velocizzare il tutto e definire le forme che si vanno a riprodurre.

Curiosità: quali sono gli ortaggi più complicati da intagliare? Perchè? 
Di solito gli ortaggi più complicati da intagliare sono i più piccoli perchè bisogna avere la mano molto più ferma, per il resto sono tutti uguali: ci vuole pazienza e tanta dedizione.

Chi guarderà le foto rimarrà incuriosito, magari qualcuno vorrà provare ad “intagliare”, un consiglio per i “principianti”?
Un consiglio a chi entra nel mondo del carving è quello di coltivare con tanta passione, voglia di fare ed imparare nuove tecniche. Io ho imparato col tempo, e da autodidatta, posso dire che è possibile realizzare piccoli capolavori anche senza seguire corsi costosi ma con la semplice passione e voglia di sperimentare.

Chiudiamo questo post con una delle foto più curiose dell’arte di Emanuele, un pinguino melanzana che abbiamo già adottato come “mascotte del blog”, che potrete trovare sulla pagina Facebook creata da Emanuele, intitolata “L’arte dell’intaglio thailandese in costiera amalfitana“… Grazie Emanuele ed in bocca al lupo per tutto!

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