“Tu si nu Susamiello!”-
L’avete mai sentito dire?
Si tratta di un’espressione piuttosto comune dalle nostre parti, anche se è più diffusa nel napoletano, e si rivolge, con tono più o meno offensivo, a qualcuno che si ritiene pesante, fastidioso e addirittura insopportabile.
Per anni ho pensato che ci fosse un riferimento al celebre dolce natalizio, a forma di S, a base di mandorle, miele e canditi, per il quale, tra l’altro, ho una certa passione.
osì buona con l’essere pesanti, finalmente ho scoperto che questa espressione non ha nulla a che fare con uno dei miei dolci preferiti.Infatti, pare che la simpatica espressione alluda piuttosto ad un secondo significato del termine “Susamiello”, che un tempo indicava anche i pesanti ceppi a forma di S che stringevano le caviglie dei condannati condannati ai lavori forzati.
Una bella scoperta che ha finalmente cancellato ogni dubbio e restituito dignità ai miei adorati biscotti natalizi.
Eh si, perchè di pesante nel “Susamiello” non c’è davvero nulla: si tratta di un biscotto preparato con pochi ingredienti (farina, zucchero, miele, mandorle e frutta candita) e alcune spezie (cannella, pepe e noce moscata) che gli conferiscono un sapore molto particolare, addirittura “nobile”.
Per noi che ne siamo abituali consumatori fin dalla tenera età, è un dolce irrinunciabile durante le festività natalizie: è come mangiare un po’ del Natale, come se fosse intriso di quello spirito particolare e “antico” che da queste parti si respira durante le feste.
Insomma, chi sa di cosa sto parlando non penserà che esagero, se affermo che mordere un Susamiello dopo il cenone della vigilia vuol dire riappacificarsi con la tradizione.
Sarà che la sua semplicità lo fa sembrare “innocuo” agli occhi di chi ,come sempre accade durante le feste, ha divorato l’impossibile, o le spezie che gli danno un tocco “natalizio”, ma una cosa è certa: va assolutamente assaggiato!
Come ho già detto, si tratta di un dolce semplice, ma non è semplice la tradizione che ce lo ha consegnato.
Infatti, il napoletano distingue addirittura 3 tipi di Susamiello: c’è il “Suamiello Nobile”, a forma di ciambella, preparato con farina bianca, che secondo la tradizione veniva offerto ai signori; c’è “Il Susamiello per gli zampognari“, preparato con ingredienti meno pregiati, che veniva offerto agli zampognari che andavano a suonare per le case, ai contadini ed al personale di servizio; infine vi è il “Susamiello del buon cammino”, ripieno di amarena, che veniva offerto ai frati o ai preti.
Addirittura vi è un’altra curiosità da svelare…
Molti, compresa me, credono che il nome Susamiello derivi dalla sua caratteristica forma ad S. In realtà, come informa Renato De Falco nel suo “Alfabeto napoletano“, il susamiello, di lontana origine graca, deve il suo nome al fatto che venivano aggiunti all’impasto dei semi di sesamo per meglio insaporire l’impasto.
Oggi si è persa questa consuetudine, anche se, la ricetta con l’aggiunta dei semi di sesamo meriterebbe un assaggio!
In Costiera amalfitana al posto del termine “susamiello”, utilizziamo l’espressione “S di miele” che fa proprio riferimento alla loro forma caratteristica, una bella S di “squisitezza”!
E dato che a questo punto dovrebbe essersi svegliata un certa curiosità, se non un vero e proprio languorino, ecco per voi una ricetta, quella classica (senza sesamo), per chi volesse cimentarsi nella preparazione di questo biscotto natalizio.
Si tratta di un dolce squisito che riporterà in tavola la tradizione di un tempo, fatta di elementi semplici, di impalpabile allegria, profumi e atmosfere tipici di feste con tavolate meno ricche, ma sicuramente, per qualche inspiegabile ragione, più luminose nella loro perduta genuinità.
Ingedienti:
Farina 1 kg
Miele 1 kg
Zucchero 400 g
Mandorle 400 g
Canditi 300 g
Lievito chimico 10 g
Aromi: noce moscata, cannella e pepe macinato q.b.
Procedimento:
Tostare e tritare grossolanamente le mandorle.
Miscelare in un recipiente le mandorle, lo zucchero, le spezie, i canditi con la farina; scaldare a fuoco moderato il miele e, appena è completamente sciolto, unirlo al miscuglio a base di farina.
Quandi l’impasto si è raffreddato, impastare e lavorare con le mani il più in fretta possibile.
Fare dei salamini e posizionarli su una teglia unta, avendo cura di schiacciarli e dare la caratteristica forma ad S.
Cuocere in forno a 180° per 15-20 minuti, finchè non avranno assunto il caratteristico color biscotto.
Resistere al delizioso profumo che si sarà diffuso in tutti gli ambienti della casa, aspettare che i susamielli si siano raffreddati ed assaporarli, avendo cura di farlo in compagnia delle persone più care, affinchè la tipica forma del susamiello vi suggerisca un’altra parola con un suono bellissimo che inizia con la lettera S: Serenità.
Godetevela, mi raccomando!
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