Alla fine di un pranzo o di una cena, in tutte le trattorie d’Italia, oltre all’amaro e all’ammazzacaffè locale, il digestivo più diffuso è il Limoncello. Tutti si vantano di fare il limoncello più buono, più saporito e più tradizionale, ma per gustare il vero e unico Limoncello, quello originale, bisogna per forza di cose andare in Costiera Amalfitana o nel Sorrentino. Perché il Limoncello a marchio Igp (indicazione geografica protetta), è solo quello prodotto con il limone di Sorrento, il famoso ‘femminello’, o con quello della Costa di Amalfi, lo sfusato amalfitano.
E qui le cose si complicano, perché la paternità del Limoncello fa parte di quelle guerre di religione che si acuiranno con la prossima soppressione di molte Province. Per certo si sa che il Limoncello nasce agli inizi del ‘900. Ma anche questo è in dubbio, infatti c’è chi sostiene che il liquore fosse conosciuto da contadini e pescatori già all’epoca delle invasioni saracene. Ma atteniamoci a qualcosa di certo, la storia, o meglio le storie, che vengono raccontate ai turisti curiosi ospiti negli hotel della Costiera Amalfitana. Dunque il liquore viene ‘inventato’ nel primi del ‘900, pare dalla signora Maria Antonia Farace proprietaria di una pensione a Capri. Ma questa versione è fortemente contrastata dai Sorrentini che si attribuiscono la paternità del Limoncello che veniva offerto dalle famiglie nobili locali agli ospiti. Il tutto è infine quasi ridicolizzato da Amalfi che fa risalire l’invenzione ai tempi antichi e che dichiara che solo il limone coltivato in Costiera che può dare vita all’amato nettare dal colore giallo citrino.
Per mettere d’accordo un po’ tutti alla fine ci ha pensato l’Ente certificatore che ha stabilito che il termine Limoncello è attribuibile solo ai liquori prodotti con i limoni Igp coltivati in tutta la penisola sorrentina e non solo quelli sul lato di Sorrento, tra Vico Equense, Massa Lubrense e Capri, ma anche quelli della zona sud, gli sfusati amalfitani coltivati nella Divina Costiera. Non che la cosa piaccia, ma la Legge è Legge.
Il Limoncello sta invadendo il mondo, dall’America all’Australia all’Asia, e non solo in virtù dei ristoratori italiani emigrati. Il Limoncello piace perché è buono, è fresco, è ottimo come digestivo alla fine di qualunque pasto, sia a base di carne che di pesce. La produzione di Limoni Igp adatti allo scopo è in costante aumento. I Consorzi di tutela locali e le associazioni dei produttori ogni anno chiedono di poter aumentare, rispetto ai limiti stabiliti, la quota di produzione a marchio Igp.
Questo perché anche chi ama preparare il Limoncello in casa, senza pretesa di venderlo, ma solo per gusto personale, ha capito che per realizzare un prodotto almeno simile a quello che si può acquistare nella Penisola Sorrentina, deve essere prodotto a partire dai limoni ‘ovali’ di Sorrento, il ‘femminiello’, o con gli ‘sfusati amalfitani’. Il resto è solo una copia.